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Intervista a...

Stefano Litta

Specialità: giavellotto e velocità

1. Che scuola frequenti? Come concili scuola e allenamenti?

Frequento il secondo anno di scientifico a indirizzo sportivo, al Liceo Croce Aleramo. Riesco abbastanza bene a conciliare scuola e sport, ogni tanto mi capita di non potermi allenare quando devo affrontare verifiche importanti. In ogni caso provo ad essere presente ad ogni allenamento.

2. Perché hai scelto l'atletica? Hai fatto anche altri sport?

Ho scelto l'atletica perché fin da piccolo avevo la passione per la corsa. Ho fatto calcio per 4 anni, ma sentivo che non era il mio sport, poi per fortuna ho scoperto il mondo incredibile dell'atletica. Ho iniziato al campo di Tor Tre Teste e mi sono trovato molto bene, ora sono 8 anni che continuo con questa passione che ho dentro.

3. Su quale specialità ti stai proiettando, vista la tua duttilità?

Da quando sono entrato nella categoria Cadetti mi sono (e mi hanno) indirizzato nei lanci, in particolare nel lancio del giavellotto. Per circa 2 anni sono riuscito a migliorare, settimana dopo settimana, fino a raggiungere nel 2019 l'obiettivo di tutti gli atleti: partecipare ai Campionati Italiani Cadetti.

4. Che ne pensi dei risultati della passata stagione? Cosa ti aspetti dalla prossima?

La stagione scorsa è stata molto positiva, anzi, direi che è stata la mia miglior stagione. Per la prossima spero di riuscire a distinguermi, oltre che nelle gare di giavellotto, nelle gare di velocità, che rimangono comunque la mia passione.

5. Cosa di dici sui tuoi allenatori?

Con Valeria mi diverto molto, giusto durante le gare si trasforma e diventa seria, ma so che è per l'emozione. Con lei mi trovo bene, anche se a volte discutiamo, soprattutto quando non voglio partecipare alle gare che mi consiglia di fare. Mi rendo conto solo dopo che lo fa perché mi vuole bene e ha fiducia in me. Sono cresciuto con lei e mi ha fatto maturare sia come persona che come atleta.
Fabio è un grande allenatore e anche un punto di riferimento per me. Anche lui mi ha fatto crescere molto, facendomi rendere conto delle mie grandi potenzialità. È stata una delle persone più importanti in questi due anni da cadetto e sono sicuro che continuerà ad esserlo anche quando passerò alla categoria allievi.

6. Cosa consigli allo staff Kronos?

Direi semplicemente di continuare in quello che fanno, dando supporto a noi atleti.

Intervista all'allenatore

Fabio Olevano

7. Che ne pensi di Stefano?

Stefano è un ragazzo di indubbio talento: sono più di due anni che lo alleno nel giavellotto, e i miglioramenti che ha ottenuto nel corso del tempo hanno stupito anche me. Inoltre ha delle grandi qualità umane, è un ragazzo serio e molto educato. Affronta sempre gli allenamenti con passione e dedizione, e queste sono caratteristiche fondamentali per migliorarsi.

8. Obiettivi?

Lo scorso anno Stefano superato i 50 metri con l'attrezzo da 600 grammi, ottenendo la decima prestazione nazionale di categoria, e da Allievo l'obiettivo è sicuramente quello di continuare a migliorare, come Stefano è ben capace di fare!

Intervista all'allenatrice

Valeria Accili

9. Cosa pensi di Stefano? Tu che lo conosci da molto, che ci racconti dei suoi inizi?

Conosco Stefano da quando è esordiente, e da quando ha iniziato atletica non ha più smesso: è attaccato a questo sport in maniera viscerale. È un talento naturale e, lui mi odierà ma devo dirlo, ha tutte le carte in regola per dire la sua nelle Prove Multiple. Detiene tutti i primati sociali Kronos di Prove Multiple.

È un atleta completo come non ne ho mai visti prima. E non sono solo io a dirlo: anche i suoi genitori, tutto il team Kronos, gli altri allenatori della regione, i compagni di allenamento e i suoi diretti avversari ma niente, purtroppo Stefano un ipotetico decathlon non se lo sente suo. Ma chissà che non si accenda qualcosa.

Sicuramente l'aver curato la sua multidisciplinarietà l'avrà fatto crescere più completo e potrà dedicarsi bene alle discipline che sente sue. La carriera atletica di Stefano è iniziata con i successi nel lancio del vortex, dure e sane battaglie dirette con Lucio Claudio Visca, con cui spesso si contendevano la vittoria. Ora è approdato al giavellotto, guidato dalle sapienti mani di Fabio Olevano.

10. Oltre al giavellotto Stefano si definisce velocista, ce ne parli?

Parallelamente al giavellotto, la sua passione è anche la velocità. Quando gli comunico che ci sono gare in arrivo la sua domanda è sempre: "Ma la staffetta ci sta in programma?". Probabilmente il poter condividere quella gara con i suoi amici lo riempie di amore per quel testimone che viaggia veloce. Come non citare la vittoria della 4x100 alla Finale Regionale Ragazzi di Pomezia del 2017, siamo ancora tutti in estasi. Il quartetto Belmonte-Litta-Margutti-Stelluto: noi, davanti a tutti. Ricordo benissimo la felicità di Stefano e non me la scorderò facilmente.

A febbraio siamo riusciti nella grande impresa di partecipare ai Campionati Italiani Allievi con la staffetta 4x200. Stefano era ai box per un problema al ginocchio, ma se fosse stato in forma ci sarebbe stata una gara interna per lo schieramento dei frazionisti, questo a sottolineare il salto di qualità dei ragazzi e della Società. Ora guardiamo al futuro, prepariamoci per altre staffette veloci caro Stefano!

11. Com'è il vostro rapporto?

Quando hai l'onore di veder crescere un ragazzo giorno dopo giorno, ti senti legata a lui da un affetto sincero. Non è solo questione di tecnica e cronometro. Io e Arianna Latini, che era con me nelle vittorie e nelle sconfitte di Stefano, nei momenti di disorientamento, nei momenti di confidenze e nei momenti di affetto, saremo sempre un po' i suoi punti di riferimento e questo ci riempie di orgoglio. In bocca al lupo Stefano!

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Rekik Ferri

Specialità: lancio del giavellotto

1. Che scuola frequenti? Abbiamo saputo che hai fatto un'esperienza di studio all'estero, cosa ne pensi?

Frequento il quinto anno al Liceo Scientifico Amedeo Avogadro e quest'anno avrò la maturità (per cui non sono decisamente pronta). Da Luglio a Dicembre del 2018 sono stata in Tailandia con Intercultura. Sono stata ospite di una famiglia tailandese e ho frequentato la scuola del posto: è stato stupendo, ci sono stati alti e bassi ma ne è valsa la pena.
Questa esperienza mi ha portato a riflettere parecchio sul mio punto di vista e mi ha aiutato a capire che, per quanto possiamo non essere d'accordo con l'altro, non significa che non abbia ragione: ha soltanto un altro punto di vista. Consiglio a chiunque di provare questo genere di esperienze: nel peggiore dei casi si riesce a capire quali siano i propri limiti e nel migliore si ha una seconda famiglia, una seconda casa e dei nuovi amici.

2. Tuo padre Stefano ci racconta che è da una tua idea che è ripartita l’avventura Kronos giovanile. Com'è successo?

Alle elementari, quando papà mi veniva a prendere a scuola, passavamo sempre per Villa Chigi per tornare a casa. Mi ricordo che stavamo percorrendo la salita davanti all'area cani e lui non smetteva di raccontarmi di Fulvio. Mi raccontava di come insieme avessero creato una società sportiva e culturale che aveva unito persone, che era cresciuta con i bambini che si allenavano alla Farnesina e di come avesse sospeso le sue attività più che concluderle. Io, nella mia innocenza infantile, gli ho chiesto perché non riprendesse l'attività; credo di avergli fatto una domanda che inconsciamente si stesse facendo anche lui da molto tempo. Il resto è storia.

3. Hai fatto altri sport?

Sono sempre stata appassionata di sport: quando ero piccola li volevo provare tutti! Ho fatto nuoto per 5 anni e contemporaneamente ho provato ginnastica artistica e ginnastica ritmica. Già allora facevo le campestri dei Pulcini e nel 2008 ho iniziato l'attività con la Kronos con gli altri figli dei "vecchi" kronosiani. Nel frattempo ho fatto pallavolo per un anno, ho provato scherma, hockey su erba e canottaggio con la scuola. Con il passare degli anni l'atletica è diventata la mia attività sportiva principale, e l'unica che ho continuato a praticare fino ad oggi. Molti mi avrebbero voluta a fare le prove multiple, ma ha avuto la meglio il mio amore per il vortex prima, ed il giavellotto dopo. Attualmente mi alleno con Fabio Olevano e il mio obiettivo sono i Campionati Italiani Promesse 2020 a Grosseto, sto arrivando!

4. Perché hai scelto l’atletica?

Questa è facile! Sono cresciuta con l'atletica, prima ancora che mettessi piede in un campo di atletica sapevo già tutto, indottrinata da mio padre. Quando poi ho iniziato, le aspettative non sono state per niente deluse: il fatto che fossi abbastanza brava in quello che facevo mi ha fatto appassionare ancora di più. Da quando sono Cadetta, ogni anno verso Maggio continuo a ripetere agli allenatori che l'anno successivo cambierò sport, ma puntualmente mi ritrovo a Settembre al campo con la tuta e le scarpe da ginnastica.
Credo di essere attratta da questo sport: ogni volta che mi allontano per un po' sento come se mancasse una parte importante di me, e quando torno al campo la ritrovo sempre, avvolta da quel senso di familiarità e di benessere che trovo solo lì.

5. I risultati della stagione passata ti hanno portato ai vertici delle graduatorie regionali di categoria nel lancio del giavellotto, che ne pensi? Che cosa ti aspetti dalla prossima stagione?

Sono orgogliosa dei risultati della stagione scorsa, ma sono anche un po' delusa: so che posso fare meglio ed è proprio questo sentimento che mi spinge di migliore sempre più.
La prossima stagione sarà la mia stagione, andrò in "all-in": non ho progetti ben chiari per quanto riguarda l'università e il futuro potrebbe riservarmi un periodo senza atletica (almeno al livello agonistico), quindi quest'anno voglio uscire con il botto per togliermi questa soddisfazione, e toglierla anche al mio allenatore e alla mia famiglia. Io e Fabio ci stiamo impegnando affinché questo accada.

7. Che ci dici sul tuo allenatore?

Se non sbaglio conosco Fabio da circa 4 anni. Grazie a lui, e anche a suo padre Elio, noi ragazzi siamo una famiglia. Oltre ad avere lo stesso allenatore, condividiamo la stessa passione per l'atletica e soprattutto lo stesso senso dell'umorismo, e questo ci ha uniti molto. Nel caso dovessi smettere, loro sono le persone che mi mancherebbero di più.

8. Cosa consigli allo staff Kronos?

Allo staff dico che la Kronos è una società fantastica, con una storia che si porta dietro valori nobili sia nello sport che nel sociale, una società che pone l'amicizia ed il rispetto dell'altro prima della vittoria. Spero che non smettano mai di insegnare questo ai ragazzi, lasciando che si appassionino all'atletica grazie allo spirito che la pervade e all'atmosfera che si respira in campo.

Intervista all'allenatore

Fabio Olevano

9. Che ne pensi di Rekik?

Ormai sono quasi quattro anni che alleno Rekik, e fin dal primo giorno ha rappresentato un vero e proprio vulcano di energia positiva! Rekik è una ragazza meravigliosa, di un'intelligenza e una sensibilità notevoli, ed è un vero piacere condividere con lei le giornate al campo.
I suoi progressi nel giavellotto sono sempre stati lineari, e lo scorso anno, con un periodo di allenamento più frequente, è riuscita a migliorarsi ancora più velocemente, avvicinando di molto il minimo per i Campionati Italiani Juniores. Quest'anno, passata tra le Promesse, è ancora più motivata e determinata a raggiungere il suo/nostro obiettivo, partecipare al Campionato Italiano!

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Kyan Daniel Duffy Escalona

Specialità: ostacoli e salti

1. Perché hai scelto l’atletica? Fai anche altri sport?

Ho scelto l'atletica perché ho tanta energia, sono molto agile e mi piace correre veloce. Fin da piccolo mi hanno sempre detto che sono un bravo atleta e ora mi diverto a diventarlo. Faccio anche equitazione ("Mounted Games") a livello agonistico e competo in gare a livello internazionale. Mi piace molto e sono contento dei risultati raggiunti finora.

2. Che scuola frequenti? Come concili scuola e allenamenti?

Frequento la seconda media di una scuola bilingue (inglese-italiana) che si chiama Acorn House International, tradotto in italiano “La Casa della Ghianda”. Esco da scuola alle 16:15 e poi corro agli allenamenti. Nel pomeriggio alterno gli allenamenti di atletica con quelli di equitazione. Faccio i compiti quando arrivo a casa, alla fine della giornata, e nel fine settimana.

3. Che ne pensi dei tuoi risultati di questa stagione? Cosa ti aspetti dalla prossima?

Sono molto contento e anche sorpreso dei miei risultati, visto che il 2019 era il mio primo anno di atletica. Spero di poter fare ancora meglio ora che sono al secondo anno di allenamento e di categoria. Per la prossima stagione vorrei migliorare in particolare nella resistenza, ma soprattutto guadagnare centimetri nel salto in lungo e quadruplo. E poi, ovviamente, vorrei aumentare la mia velocità sugli ostacoli.

4. Che ci dici sulla tua allenatrice?

Arianna è molto simpatica, mi aiuta e mi da dei buon consigli tecnici sia nelle gare e che durante l'allenamento. Mi trovo molto bene con lei e anche con il gruppo: al campo fatichiamo ma ci divertiamo molto insieme.

5. Cosa consiglieresti allo staff Kronos?

Per me sono tutti bravi nel loro lavoro, non ho consigli particolari. Sono una bella squadra e si impegnano tutti tantissimo. Sono felice di far parte di questa società!

Intervista all'allenatrice

Arianna Latini

6. Qual è stata la tua prima impressione su Kyan?

Ho conosciuto Kyan nel settembre 2018 e mi è sembrato da subito decisamente portato per lo sport in generale. È arrivato al campo già convinto di voler praticare l’atletica leggera e quindi non ho dovuto faticare molto nel convincerlo a tornare all’allenamento successivo. Non mi aspettavo, però, che si sarebbe appassionato così tanto a questo mondo, allenandosi con regolarità e partecipando a praticamente tutte le gare proposte.

7. Pregi e difetti di Kyan?

Si distrae facilmente e spesso è proprio lui il primo a creare confusione in pista. A volte fatica a concentrarsi e per questo, pur avendone piene capacità, rischia di non essere preciso nelle esercitazioni. È un chiacchierone! Non mi ricordo un giorno in cui sia stato silenzioso o sulle sue durante l’allenamento.

È un ragazzo estremamente solare. Non l’ho mai visto triste o giù di morale. Non si abbatte mai e con il suo entusiasmo trascina tutti, me e compagni compresi. Sa stare in gruppo ed è rispettoso e solidale nei confronti del prossimo. E poi, per quanto riguarda il lato atletico, ha sicuramente degli ottimi piedi e una buona testa con cui affronta con spirito agonistico ogni nuova sfida quotidiana e sportiva.

8. Obiettivi?

L’obiettivo è quello di continuare su questa strada, che per ora sembra ci stia portando verso la direzione giusta. Questo è il momento della costruzione, dobbiamo gettare delle solide basi oggi per toglierci altre soddisfazioni domani. E credo che per ora lo stiamo facendo bene.

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Annamaria Pisani

Direttore Tecnico

Questa stagione 2018/2019 è una stagione importante per l'A.S.D. Kronos, stagione caratterizzata da una costante crescita di iscritti e di risultati. Gli atleti delle categorie Esordienti, Ragazzi, Cadetti e Allievi stanno mostrando l’entusiasmo di sempre e il giusto livello tecnico richiesto. Per mantenere il trend positivo e non smettere di migliorare, abbiamo deciso di sviluppare il settore tecnico, in particolare partendo dall’alto, invitando nella famiglia Kronos un tecnico di grande prestigio: Annamaria Pisani.

Per definire il livello tecnico di Annamaria Pisani basta ricordare due nomi: Mathieu Gnanligo Fousseni (nazionalità: Benin, minimo olimpico 400m Londra 2012, record nazionale 400m 45"82) e Libania Grenot (non ha bisogno di presentazioni) con cui Annamaria ha partecipato come Coach a Olimpiadi, Mondiali ed Europei. Dal 2010 collabora con la prestigiosa Società Biotekna Marcon di Venezia, coordinando un gruppo di atleti assoluti residenti nel Lazio che gareggiano per questa Società. E ora la sua esperienza è a disposizione della'A.S.D. Kronos come Direttore Tecnico.

1. Cosa pensi dell'A.S.D. Kronos?

Ho la Kronos nel cuore dal 1996. Gli impegni con le categorie Assolute e atleti d'Elite mi hanno portato fisicamente lontano dalla Società, ma affettivamente sono rimasta molto legata alla Kronos. Approfitto per ringraziare lo Staff dirigenziale per avermi voluta con loro. Collaboro con la Kronos da Settembre 2018, quindi tutto ciò che è stato prima si deve alla caparbietà e alla passione di un gruppo di persone (in particolare delle istruttrici Valeria Accili e Arianna Latini) che hanno lavorato senza sosta per lanciare il settore agonistico Kronos Farnesina e Tor Tre Teste. Si è raggiunto così nel 2018 il 4° posto regionale ai CDS Cadetti. Alcuni atleti sono stati convocati alle Rappresentative Regionali, segno di un buon lavoro tecnico svolto grazie anche alla fiducia e disponibilità che le famiglie degli atleti stessi hanno nei confronti delle allenatrici e dell'intera Società.


2. Quali sono le prime soddisfazioni di questa stagione 2018/2019?

Una delle prime grandi soddisfazioni di questo anno agonistico 2018/2019 è stato il lievitare delle iscrizioni, in tutte le categorie, fino alla categoria Allievi, tanto che la Società ha dovuto reclutare altri istruttori. Per quanto riguarda l'aspetto tecnico e risultati, segnalo il 6° posto al Cross Regionale Fidal del 27 Gennaio 2019, il 3° posto al Criterium Outdoor Ragazzi/e del 31 Marzo, il 3° posto della 4x400 allievi al Trofeo Regionale di staffette il 6 Aprile a Latina e un 3° posto alla 1a prova dei CDS Cadetti.

3. Quali sono i principali obiettivi per il nostro settore giovanile, maschile e femminile?

Tra gli obiettivi 2019, ci sono di sicuro:
1) Confermare/migliorare il 4° posto Regionale CDS Cadetti
2) Conseguire i minimi e partecipazione ai Campionati Italiani Allievi su cui la nostra Valeria Accili sta lavorando da tempo
3) Convocare il maggior numero di atleti alle Rappresentative Regionali
4) Privilegiare la preparazione multilaterale, che consente di formare l'atleta delle categorie giovanili in modo completo,  curando soprattutto la tecnica che se si allena troppo tardi non può essere acquisita.

4. Qual è il tuo sogno nel cassetto per questa nostra realtà?

I sogni nel cassetto che ho sono riuscire a formare una squadra Allievi competitiva e una squadra Junior, nel giro di 2 o 3 anni. Logicamente per ottenere tutto ciò occorrerà curare la crescita delle allenatrici.

5. Noti differenze tra i ragazzi di oggi e quelli di 20 anni fa?

Alleno dal 1996 e posso dire di essere stata testimone del cambiamento degli atleti. A mio parere gli atleti di 20 anni fa avevano la capacità di mettersi più in gioco, indipendentemente dal risultato che avrebbero potuto raggiungere in gara. Oggi c'è l'esaltazione del Campione, che porta quasi sempre alla rinuncia del mettersi in gioco per "paura" di figuracce o di non essere all'altezza degli esempi che i media ci propongono quotidianamente. Incontro questa realtà soprattutto nelle scuole.

6. Come gestisci il trittico magico Istruttrici - Atleti - Genitori?

L'atleta di sicuro è la figura principale, ma a livello giovanile do molta importanza ai genitori, che spesso fanno sacrifici affinché i loro figli possano praticare sport. Le istruttrici e gli istruttori Laura Maresca, Maria Rita Spinelli, Serena Fabbri, Stefania Ferdinandi, Fabio Olevano, Giulia Concilio e Lara Brugnetti (altro grande ritorno nella famiglia Kronos) e le già citate Arianna Latini e Valeria Accili, su cui la Società può contare, sono persone tecnicamente ben preparate che lavorano con molta passione, e questa passione la trasmettono ai ragazzi che allenano. E’ una bella atmosfera e ho voluto fortemente degli incontri periodici Genitori-Allenatrici-Atleti-Dirigenti per rafforzare e monitorare lo "stato di salute" dell'intera Società. Credo che, essendo uniti da un obiettivo comune, se si rispettano i ruoli il successo è praticamente assicurato.

7. Cosa speri di vedere tra tre anni?

Spero di vedere una bacheca Kronos nutrita, istruttrici appagate e atleti evoluti con risultati di rilievo. Forza Kronos!

Intervista a...

Alessio Guadagno

Specialità: velocità

"...mi piace essere libero"

1. Che scuola frequenti?

Istituto Tecnico Geometra Leopoldo Pirelli.

2. Hai fatto altri sport?

Sì, il nuoto per alcuni anni, ma non mi piaceva per niente e cercavo sempre di non andarci, e il basket per un anno, ma non mi appassionava più di tanto, un po' per l'allenatore e un po' per il gruppo.

3. Perchè hai scelto l'atletica?

Perché mi è sempre piaciuto correre, non mi piace essere confinato in qualcosa: mi piace essere libero, e con l'atletica trovavo questo spirito. Poi anche per la quantità di discipline che si possono praticare e perché è uno sport che si pratica all'aperto.

4. Come hai conosciuto la Kronos e cosa ti piace della società?

Cercavo un campo di atletica e ho trovato il campo di Tor Tre Teste che era più o meno vicino casa e sono andato a fare una prova. Non mi aveva fatto tanto impazzire all'inizio, ma ho comunque deciso di andare avanti. L'anno dopo sono passato con Valeria e ho iniziato a fare qualche gara con la Kronos, una società molto piccola e per questo molto bella. In molte società grandi e anche conosciute, sei una persona come un'altra, se ci sei o non ci sei fa poca differenza, ce ne sono altri come te. Qui invece essendo pochi non esserci fa la differenza, e questo lo si è visto nei Campionati di Società, dove ci siamo organizzati: ognuno doveva fare una gara, e se mancavi tu, perdevano tutti. Magari in un'altra società se manchi tu ti rimpiazzano in mezzo secondo, ce ne hanno tanti. Con la Kronos invece, appunto perché siamo pochi, ognuno si impegna e così si forma una squadra in uno sport che è nato per essere individuale, ma che abbiamo trasformato in uno sport di squadra.

5. Gioie e dolori della stagione appena passata, quali esperienze ti piace ricordare del 2018?

Beh, ho avuto la delusione che per quei pochi centesimi che erano, non sono riuscito a fare il mimimo per gli italiani sui 300 metri, però è anche vero che ciò mi ha aiutato a impegnarmi di più di quanto facessi prima, e mi ha dato la carica per il nuovo anno. Ho anche avuto diverse gioie, nelle gare, dove ho ottenuto diversi risultati, alcuni piacevoli e altri meno. Ho fatto delle nuove esperienze, come ne "Ai confini delle Marche" ad Ancona dove sono stato convocato per la rappresentativa regionale, ottenendo il secondo posto insieme ai miei compagni nella 4x200. Di fatto è stato un anno in cui sono maturato molto sotto diversi aspetti.

6. Che cosa ti aspetti dalla prossima stagione?

Mi sembra d'obbligo fare il minimo per gli italiani nei 200 metri, spero anche di liberarmi del problema dell'ansia che mi condiziona in ogni gara e non mi consente di dare il mio meglio.


7. Che cosa ti aspetti possa "regalarti" l'atletica?

Di sicuro mi regalerà molte gioie come già sta facendo, mi ha regalato delle belle esperienze, un bellissimo gruppo con il quale mi trovo benissimo, abbiamo legato molto, e mi continuerà a far crescere sia sportivamente che come persona.

8. Come coniughi lo studio con lo sport?

Cerco di fare entrambi, di studiare e di non saltare mai un allenamento. Fortunatamente non sono mai troppo carico di compiti, ad eccezione di alcune occasioni, quando devo impegnarmi per poter gestire tutto.

9. Due parole sulla tua allenatrice, com'è il vostro rapporto?

Particolare e divertente, fatto di prese in giro e di momenti più seri. Mi aiuta in allenamento a migliorarmi e in gara a mantenere sotto controllo l'ansia, mi ricorda di fare quelle due o tre cose che mi dimentico, mi tiene d'occhio. È una persona su cui posso contare, e che mi ha fatto crescere molto sotto diversi aspetti sia in ambito sportivo che non. Spero rimanga la mia allenatrice ancora per un po' di tempo, le voglio bene.

Intervista all'allenatrice

Valeria Accili

10. Punti di forza di Alessio?

E' arrivato a me al primo anno ragazzo. Appena lo vidi fare un balzo a piedi pari mi stupii dell'estrema elasticità che aveva nei piedi. Ed è tramite l'elasticità che negli anni è riuscito a esprimere il meglio di sè, arrivando a saltare in alto più della sua altezza del corpo. Piedi forti, umiltà, educazione di altri tempi, rispetto per chi lavora per lui, e un grande sogno nel cuore. Queste sicuramente sono le sue qualità, aiutato sempre da mamma Simonetta e papà Massimo, i suoi due pilastri, che lo sostengono nel modo più sano che conosco. Con Ale insieme, come è cresciuto lui, sono cresciuta anche io e devo ringraziarlo per questa grande possibilità che mi dà. Fortunatamente alla base c'è un grande rapporto di fiducia reciproca, senza la quale non avremmo raggiunto nessun tipo di successo. E il conoscerci ormai da 5 anni mi dà la possibilità di carpire dalle sue espressioni il pensiero che c'è dietro, quando c'è bisogno di stemperare la tensione o quando possiamo concentrarci di più.

11. Punti da migliorare?

Come ha detto lui spesso, l'ansia gioca brutti scherzi, ma piano piano comincia a gestirla e non permettere di inficiare sulla prestazione. A volte negli allenamenti devo ricordargli di dare il meglio, sembra che voglia un po' tenersi per sè le alte prestazioni ma sono sicura che è solo dettato dall'età: capirà anche questo.
Nel frattempo se avete voglia di sfiorare la sindrome di Stendhal, venite ad ammirare i piedini magici di Ale, quella rara bellezza di movimento che per me è poesia pura.

Intervista a...

Giulia Lucarelli

Specialità: lancio del giavellotto

1. Come hai conosciuto la Kronos?

Diciamo che ho iniziato ad appassionarmi veramente all'atletica nel 2011 quando per la prima volta sono andata a Cervia in Emilia Romagna, a fare la mia prima staffetta. Mi sono così innamorata di quell'ambiente che ho chiesto a mio papà di iscrivermi in una società di atletica e da lì è iniziato tutto. Il caso ha voluto che grazie ad un volantino ed una lezione di prova in una calda giornata sono stata accolta a braccia aperte dalla Kronos e non sono più andata via.

2. Hai fatto altri sport?

Sì. Prima di orientarmi sull'atletica ho fatto altri due sport: danza e basket. Il primo l'ho iniziato da piccolissima, avevo 4 anni e ho continuato fino a 5 e mezzo. Ero la più grande del mio corso e facevo lezione sia di danza classica che di danza moderna. Poi ho lasciato e sono andata a fare basket nella palestra in cui lo faceva mio fratello e ho proseguito gli allenamenti per quasi 3 anni (oltre ad essere l'unica ragazza ero la migliore nei tiri liberi!). All'inizio della quarta, come ho già detto, ho partecipato ad una gara in Emilia Romagna e lì ho conosciuto l'amore per l'atletica, che prima coltivavo con il mio papà nel parco vicino casa, lanciando i bastoni e le palline di gommapiuma, e non me ne sono più staccata.

3. Perché hai scelto l’atletica?

Non so bene il perché. So solo che essere su quel campo con intorno un sacco di gente tra cui i miei amici, mettendomi alla prova, affrontando piccole sfide con coraggio, mi ha portato a desiderare di essere parte di un gruppo che facesse insieme tutto questo, che si divertisse e soprattutto che accettasse le diversità di ciascuno.

4. Che cosa ti aspetti dalla prossima stagione?

Sicuramente mi aspetto di continuare a lavorare sodo per ottenere dei risultati sempre migliori e di rimanere nel gruppo meraviglioso in cui mi trovo ora. Da gennaio cambierò il peso dell'attrezzo e sarà una sfida a campo aperto che affronterò a testa alta, ma che mi servirà ad entrare sempre di più nell'ottica di una vera giavellottista.

5. Che cosa ti aspetti possa “regalarti” l’atletica?

Beh ormai posso dire che il regalo più grande posso farmelo solo continuando per la mia strada e non arrendendomi. Sicuramente l'atletica è diventata per me una chiave di lettura per qualsiasi cosa, tramite lei riesco a sfogarmi e a trasformarmi. Per questo spero che un giorno riesca a regalarmi il sogno a cui ogni atleta aspira, ma per scaramanzia non lo precisiamo adesso!

6. Che scuola frequenti?

Frequento il liceo scientifico statale J. F. Kennedy a Monteverde e mi trovo molto bene in questo ambiente.

7. Come coniughi lo studio con lo sport?

Diciamo che è una guerra con molti feriti. Alcune volte trascuro uno per concentrarmi sull'altro e quindi spesso sono costretta a limitare i miei allenamenti per poter ottenere buoni risultati nello studio, ma non mi pesa più di tanto perché entrambi mi piacciono e solo la stanchezza può essere un ostacolo al mio impegno e alla mia concentrazione, per il resto me la cavo abbastanza bene.

8. Cosa consiglieresti allo staff della Kronos?

Cosa consiglierei... beh ormai è da qualche anno che non c'è più una vera e propria squadra femminile di cadette e questo mi dispiace molto, perché io ho sempre dato il massimo per me e per tutta la società. Mi piacerebbe molto condividere la mia determinazione con altre ragazze, e soprattutto mi piacerebbe partecipare ai campionati di società.

9. Due parole sul tuo allenatore?

Due parole sono poche per rispecchiare a pieno quello che è il mio rapporto con Fabio. Sicuramente c'è sempre stato e c'è tutt'ora rispetto tra di noi, e questo ha sempre portato a conseguenze positive. Andiamo molto d'accordo e ci piace vedere gli allenamenti come un momento per stare tutti insieme in armonia e mettere in pratica ciò che ci piace. Stare molto insieme ci ha portato a coltivare sempre di più un forte legame e adesso siamo inseparabili. Fabio è un allenatore spettacolare, c'è sempre per me, mi rende felice, mi sprona a migliorare e fa risaltare il meglio di me. Non penso di conoscere un rapporto come il nostro e spero che duri a lungo, sono stata fortunata a trovare una persona come lui in questo ambiente che amo tanto e soprattutto è bello che oltre alla passione in comune per il giavellotto sia nato anche dell'altro.

Intervista all'allenatore

Fabio Olevano

10. Punti di forza di Giulia?

Le caratteristiche migliori di Giulia sono la tenacia e la determinazione, con le quali affronta tutto ciò che fa. Inoltre ha una spiccata curiosità intellettuale, non così comune per una ragazza della sua età, che a mio parere è una componente fondamentale per ottenere risultati in atletica, particolarmente in una specialità tecnica come il giavellotto. Per quanto riguarda le qualità fisiche, Giulia ha una notevole mobilità articolare, unita ad un buon livello di forza e piedi reattivi, caratteristiche che le permettono di eseguire una rincorsa molto efficace.

11. Punti da migliorare?

Senza dubbio ci sono ancora molte cose sulle quali dobbiamo lavorare, ed è assolutamente normale alla sua età. Dal punto di vista tecnico ci sono dei piccoli problemi da risolvere, e nel giavellotto anche un piccolo errore può incidere in modo importante sulla prestazione. Perciò dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare per lanciare quel giavellotto sempre più lontano!